Carriera FM16 | Persik Kediri, Premier Division Indonesia, stagione 2015/16 - 3

Il mio primo incarico da allenatore professionista è appeso ad un filo sottile.

Infatti, dopo un avvio che lasciava ben sperare, il Persik Kediri ha subìto diverse battute d'arresto e la squadra è scivolata dal secondo posto alle zone medio-basse della classifica, con grande disappunto della dirigenza che mi ha posto un ultimatum: ottenere 15 punti nelle cinque giornate di campionato di gennaio, pena l'esonero.


La prima di questa, per me decisiva, cinquina di partite la giochiamo in casa contro lo PSIR, quarto in classifica.


I punti che separano le due squadre non sono tantissimi (del resto, la Premier Division indonesiana è un campionato costituito da gironi di dodici squadre e questa è l'ultima partita del girone d'andata, quindi in assenza di fughe o di tracolli è difficile che in questa fase ci siano distacchi numerici elevati) ed in effetti anche in campo la partita è molto equilibrata.

Quando sembra che l'incontro sia ormai destinato a finire a reti inviolate, l'equilibrio si rompe. Grazie ad una punizione, lo PSIR va in vantaggio, vantaggio che manterrà anche nei pochi minuti restanti della partita.

Per me è una doccia fredda. Non ho sfruttato l'occasione di fare punti in casa ed ora delle quattro partite restanti sono obbligato a vincerne almeno tre e pareggiarne non più di una, pena l'esonero. 

Archiviato il ritorno di Coppa d'Indonesia con il Persib, diamo inizio al girone di ritorno giocando in casa contro il Persekam. Stavolta, contrariamente all'andata, i nostri avversari non riescono a rimontare i due gol al passivo e finalmente incameriamo tre punti.

Questa boccata d'ossigeno ci voleva proprio, sia per risollevare il morale della squadra e mio, sia per frenare quella discesa verso gli inferi che stava diventando il cammino in classifica del Persik. 

Ed è proprio guardando classifica e calendario che mi rendo conto che la partita successiva ci vedrà impegnati in trasferta contro la seconda della classe, il Persires, squadra che all'andata, giocando in casa, avevamo battuto per 3-2.

Come sono andate le cose, potete vederlo voi stessi (cliccate sull'immagine per ingrandirla)



Non appena rientro negli spogliatoi, il presidente mi comunica l'esonero e quando esco dallo stadio non sono già più l'allenatore del Persik Kediri. Il mio primo incarico da allenatore professionista, durato poco più di sei mesi, non poteva finire peggio.

Adesso, mi serve tempo per riflettere su quanto successo, ripensare alle scelte fatte e individuare eventuali errori commessi. E poi c'è una domanda che mi comincia a frullare in testa e a cui non mi sento di rispondere sull'onda emotiva dell'esonero: ho fatto bene a scegliere di andare così lontano, decidendo di iniziare da nazioni, calcisticamente parlando, a me del tutto sconosciute o avrei fatto meglio a restare in Italia?

La risposta nel prossimo post.


                

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